La commedia racconta la storia dell’incontro/scontro tra una coppia in crisi ed una improbabile banda di criminali per impossessarsi di una borsa rossa.
È un noir ironico che si muove in quella sconosciuta terra di nessuno che è posta al confine tra il bene ed il male, non racconta una storia realmente accaduta, ma proietta sul palco un’ombra, quella della violenza in generale ed in particolare verso le donne che appartiene ad un mondo oscuro, normalmente sepolto da qualche parte dentro l’uomo.
Lungo tutto il lavoro teatrale traspare una rappresentazione grottesca della sopraffazione, soprattutto verso le donne che comunque mantengono il controllo della situazione e progettano una via d’uscita dal loro stato di sudditanza e riscattare così la propria dignità.
I nostri protagonisti non sono esseri umani complessi, non conoscono i sentimenti, non si fermano mai per guardare dentro se stessi, per analizzare le motivazioni delle loro scelte o il significato della loro esistenza.
È vero, sono simpaticamente inconsistenti, ma non per questo meno credibili. Lottano contro il mondo intero e tra di loro senza una vera prospettiva, correndo a perdifiato verso un finale assolutamente inaspettato e imprevedibile.
La musica, scritta appositamente per quest’opera da due giovani compositori, non è la colonna sonora ma una degli attori principali che interagisce con i pensieri dei personaggi. È una proposta di ritmo, ma soprattutto di armonia che i protagonisti spesso non ascoltano.