“Anche nei tempi più bui abbiamo il diritto di aspettarci un po’ di luce.” Hanna Arendt
Il romanzo segue Hannah nelle sue sfide, nei suoi rapporti di amicizia, nei suoi viaggi, seguendo un filo narrativo preciso: un libro è pubblicato in un determinato momento storico non per puro caso. Sono gli eventi pubblici e privati della vita di Hannah Arendt che hanno indotto via via la genesi di un testo. Il quesito principale a cui rispondere è: quali episodi privati, quali eventi storici, quali contraddizioni, hanno contribuito alla riflessione arendtiana?
Il romanzo cerca di far scoprire una Hannah Arendt più privata e meno conosciuta, mostrandone l’umanità, i suoi stretti legami di amicizia con tutte le sue contraddizioni. Se i tasti delle vecchie macchine da scrivere facevano rumore, quelli della macchina di Hannah Arendt ancora di più. Leggendo i suoi testi possiamo ancora oggi sentirli risuonare. L’intento dell’evento proposto è rintracciare quel filo che lega insieme vita e pensiero di Hannah Arendt, mostrandone la complessità.
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Il testo presenta la vita e l’opera di Hannah Arendt immaginando la storia della sua macchina da scrivere nei momenti nevralgici della vita di Hannah Arendt. Per Arendt il pensiero è azione, e in qualche modo questa azione si esprime prima di tutto nel suo realizzarsi attraverso i tasti della macchina da scrivere. Questo racconto ha inizio nel 1941, quando Hannah Arendt raggiunse gli Stati Uniti mettendosi così in salvo dalle persecuzioni naziste. Prosegue negli anni ’50, periodo in cui Arendt si afferma come teorica politica, soprattutto grazie all’opera Le origini del totalitarismo. L’attenzione si sofferma poi sul biennio 1960-1962, durante il processo a Eichmann a Gerusalemme, che Arendt segue come reporter per il New Yorker. Infine, il 1975, quando Hannah Arendt fu ritrovata senza vita accanto alla sua macchina da scrivere, impegnata a scrivere la terza parte de La vita della mente sulla facoltà di giudizio kantiano.
Verbena Giambastiani si laurea nel 2011 presso l’Università degli studi di Siena. Si è addottorata nel 2015 presso l’Università degli studi di Pisa. Nel 2016 è stata visiting fellow presso l’University of
Brighton, dove si è occupata di etica applicata e filosofia politica. Ha pubblicato diversi articoli sulla fenomenologia francese e sul pensiero di Hannah Arendt e ha partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali di filosofia politica, Post-Memory e Memory Studies.
Attualmente lavora presso la Sinagoga e Museo Ebraico di Firenze come operatrice museale e didattica.
Vite Riflesse
L’intento principale della collana è quello di guardare non solo alla filosofia, ma all’unione di quest’ultima con la letteratura. La narrativa diventa così uno strumento efficace non solo per la divulgazione, ma supera la forma classica del saggio per ricercare le emozioni dei filosofi.
Evento organizzato da
Spazio Studio TAPPA0
Informazioni per il pubblico
Evento su prenotazione
Posti limitati – Raccomandata la prenotazione
Numero massimo partecipanti: 35
Dal 6 novembre aperte le prenotazioni:
Elisa 329 5587181 | spaziostudiotappa0@gmail.com | https://www.facebook.com/profile.php?id=61550802982575
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Modalità di partecipazione
Offerta libera
Destinatari
Adulti