A che punto ci troviamo del percorso collettivo per raggiungere la cosiddetta parità? Rispetto a cento anni fa sicuramente, in Italia, qualche passo avanti si è fatto: le donne oggi possono, almeno teoricamente, autodeterminarsi, seguire le proprie inclinazioni, scegliere un percorso di studi, un lavoro che possa realizzarle in quanto individui, etc.; parallelamente, a conti fatti, notiamo ancora delle grosse mancanze: disparità dei salari tra uomini e donne a parità di mansioni, ancora nell’immaginario di tante persone (uomini e donne) ci sono dei compiti più maschili e lavori più femminili; certo le donne ormai sono presenti in qualsiasi ambito della società, ma non sempre ricoprono ruoli dirigenziali tanto che ancora ci troviamo a riportare come notizie degne di rilievo: “la prima donna a ricoprire il ruolo di…”, la prima donna ad essere diventata…” etc. Non basta infatti affrontare le questioni pratiche (parità di salario, scelta del lavoro, …), poiché il dislivello sociale che le donne si sono trovate e si trovano ancora ad affrontare affonda le sue radici nella nostra Storia ed è un dato sociale storicizzato. Tuttavia questo, in realtà, ci può dare un grande stimolo all’azione e una spinta al cambiamento: la disparità è una questione storica e non una condizione di natura, immodificabile; questo significa che è possibile cambiare il corso della Storia futura con le azioni di tutte e tutti, donne e uomini. Per poterlo fare è importante capire chi eravamo e da dove veniamo e con questo progetto, io ho scelto di farlo attraverso uno di quegli elementi che sono specchio della società e dei tempi: i quotidiani. Partendo dal lavoro di Maria Francesca Chiappe, che ha scandagliato centrotrent’anni di storia de L’Unione Sarda, evidenziando tutti gli articoli in cui si parlava di donne o dell’elemento Femminile, ho deciso, con questo spettacolo, di accompagnare lo spettatore in un viaggio nel nostro passato, per scoprire come, a partire dalla fine dell’Ottocento, venivano viste e raccontate le donne attraverso la cronaca, una cronaca fatta, ovviamente, da soli giornalisti uomini (la prima donna assunta al giornale sarà solo nel 1977 (!), l’altro ieri)! Nella versione base dello spettacolo, attualmente ogni intervento è preceduto da un’introduzione scritta ad hoc, che aiuti il pubblico ad entrare nel tema e nel contesto di ogni articolo di cronaca, con un continuo dialogo sonoro con la musica composta per il progetto dal chitarrista Luca Pauselli. L’evento non vuole infatti essere una “lezione” sul nostro passato, ma un modo, anche ironico e divertente, per ricordare quello che siamo stati, avvicinandoci alle cronache senza nessun giudizio morale, con ironia ma con precisione e perché no, anche con la risata. Lo spettacolo, già testato con pubblici diversi, risulta molto divertente e ironico, benché il riso sia amaro a sentire cosa i giornalisti hanno scritto e, ahimè, a pensare al nostro presente. Un progetto teatrale per ricordarci, che tutto quello che oggi pare scontato, in realtà, così scontato non è, e che il percorso di emancipazione è ancora lungo e richiede la partecipazione di tutti, senza distinzione di genere.
Evento organizzato da
Associazione Culturale Freccia Azzurra APS
Informazioni per il pubblico
Accesso libero in locale da definire (teatro, locale con spazio spettacolo, sala polifunzionale, altro...).
Modalità di partecipazione
A pagamento
Destinatari
Per tutti